Figlio dell’era digitale in cui viviamo, il fenomeno dei big data già caratterizza in modo incisivo i nostri comportamenti quotidiani ed è destinato ad influenzare profondamente sulle scelte economiche del mercato del futuro.
Cosa si intende per Big Data? Il termine Big data (“grandi dati” in inglese) descrive l’accumulazione di grandi insiemi di dati, archiviati in forma digitale, che interessano ogni aspetto della nostra vita quotidiana, ovvero la capacità di estrapolare, analizzare e mettere in relazione dati eterogenei.
Attenzione, risulta necessario distinguere i Big Data dal trattamento degli stessi su larga scala.
A ben vedere, non vi è un’espressa definizione del concetto di “larga scala” da parte del Regolamento UE ma il Comitato Europeo per la Protezione dei dati personali già WP29 indica i fattori dai quali poter individuare un trattamento su larga scala, considerando la tipologia di trattamenti, numero di soggetti interessati, volume dei dati, durata dei trattamenti, portata geografica nazionale o internazionale.
In altri termini tale distinzione è necessaria al fine di non confonderli in quanto l’individuazione di questi due fenomeni comporta anche l’individuazione di diverse misure da dover utilizzare al fine di proteggere tali dati.
Ebbene, tutta quest’incredibile varietà di dati può essere raccolta, immagazzinata, verificata e analizzata in tempo reale attraverso algoritmi e intelligenze artificiali, per estrarne deduzioni e disvelarne le correlazioni, che consentono una conoscenza predittiva dei nostri orientamenti e preferenze, come consumatori, lavoratori, cittadini.
È evidente che questo consente un salto in avanti.
I Big Data possono migliorare le attività di prevenzione e di gestione, consentendo in generale di raggiungere il miglior incontro tra domanda e offerta: di servizi, di efficienza, di lavoro.
Ma se le incredibili possibilità positive offerte dai Big Data sono lampanti, lo sono altresì i pericoli. La situazione pone una serie di problemi nuovi da considerare, dalla Privacy dei singoli alla gestione dell’insieme dei dati da rispettare.
Una volta inseriti nei sistemi, i dati contenuti negli strumenti di storage dei Big Data vengono persi di vista, comportando un eventuale alto rischio per l’interessato, in quanto il titolare del trattamento potrebbe utilizzarli per finalità non perseguibili rispetto alle informative e ai consensi raccolti.
Anche informazioni apparentemente anonimizzate possono presentare delle problematiche. Attraverso la fusione di diverse banche dati, infatti, si può riuscire a “re-identificare” un interessato anche attraverso informazioni apparentemente anonime.
Prendiamo ad esempio il settore sanitario, dove la mancanza di una cultura sull’utilizzo dei Big Data non permette ancora di creare nuovo valore nell’organizzazione dei servizi sanitari e verso il cittadino. Grandi quantità di informazioni mediche sono diventate disponibili in varie organizzazioni sanitarie dal momento in cui si è iniziato ad adottare dispositivi intelligenti che hanno contribuito a generare flussi di dati strutturati e non.
Per quanto riguarda le fonti che generano i Big Data nella Sanità, essi comprendono chiaramente i dati clinici legati alle analisi di sangue e urine, a check-up periodici, a macchinari di monitoraggio delle condizioni del paziente.
Tuttavia, la mole di informazioni a disposizione è virtualmente infinita e permetterebbe non soltanto di definire terapie specifiche e diagnosi più precise sul singolo soggetto, ma anche di incrociare milioni di dati diversi per sviluppare analisi su determinati campioni di pazienti, dando il via a strategie preventive che fino a questo momento non sono solamente impossibili, ma addirittura inimmaginabili a causa della dispersione delle informazioni.
Per questi motivi è essenziale che chi intende avvalersi di Big Data consideri il tema della protezione dei dati sin dalla fase iniziale di un progetto attraverso la preventiva interazione di criteri in materia di protezione dei dati.
Appare evidente da quanto sopra esposto, di quanto questo nuovo fenomeno dei Big Data sia destinato a rimanere ed a incidere profondamente sulla nostra vita di tutti i giorni e sul nostro modo di interagire. Pur essendo numerose le diverse criticità con le quali si raffronta è altrettanto evidente, però, come tale fenomeno possa offrire una grandissima opportunità di mettere in correlazione dati di ogni forma e dimensione, analizzarli, al fine di raggiungere una capacità produttiva sempre più efficace.